Progetto Dislessia
Perché un bambino non sa leggere? Perché scrive così male? Non sa le tabelline? Forse il suo problema è la dislessia.
La dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento, che non derivano da problemi neurologici né da deficit sensoriali, ma probabilmente dalla morfologia del cervello condizionata dall’inattività del cromosoma 6. Come tale la dislessia è riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In Italia colpisce il 4% della popolazione totale ed il 6% della popolazione scolastica ma, pur essendo un fenomeno così diffuso, solo negli ultimi due anni la legislazione sta cercando di addentrarsi specificamente nel fenomeno e cercare dei provvedimenti per arginarne le conseguenze.
Infatti, la legge del 5 febbraio 1992 n°104, che ben tutela le situazioni di handicap in genere, non prende in considerazione i DSA, che, pur non essendo handicap, possono, sotto alcuni aspetti, esservi assimilati.
I primi provvedimenti in proposito sono stati delineati dal legislatore solo con il disegno di legge del 15 novembre 2006, sollecitato del MIUR 26/A del 25 gennaio 2005 ed hanno il fine di offrire anche ai ragazzi dislessici pari opportunità nel corso degli studi, come prevede l’articolo 3 della Costituzione e, di conseguenza, di invitare le scuole di ogni ordine e grado a sensibilizzare, formare il proprio personale in questo senso ed operare una stretta collaborazione con le famiglie ed i centri di diagnosi.
Finalmente, nel dicembre 2011 il legislatore si è espresso apertamente in materia.
con la legge n. 170 del 2010
La dislessia, come disturbo di origine costituzionale, si manifesta, in primo luogo, come difficoltà nell’imparare a leggere, nonostante un’istruzione regolare ed un’adeguata intelligenza, in assenza di patologia e deficit psicologici e/o sensoriali. A livello di lettura (lentezza, errori, etc), il bambino dislessico si trova a livelli più bassi di due anni scolastici rispetto ai suoi coetanei.
Le difficoltà nella lettura sono dovute al fatto che il soggetto:
- ha scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio (confonde p.es. la “p” e la “b”, la “d” e la “q”, la “u” e la “n”, etc);
- ha difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze morfologiche (confonde la “m” con la “n”, la “c” con la “e”, la “f” con la “t”, etc);
- ha scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori (confonde la “t” con la “d”, la “p” con la “b”, la “c” con la “g”, la “m” con la “n”, la “s” con la “z”);
- ha difficoltà di decodifica sequenziale (omissione di grafemi e sillabe, salti di parole, salti di rigo, inversione di sillabe, aggiunta o ripetizione di sillabe);
- ha difficoltà a memorizzare informazioni sequenziali (tabellone, alfabeto, formule, mesi dell’anno, etc).
A questi deficit, che chiaramente impediscono che il dislessico comprenda ciò che sta leggendo, se ne aggiungono altri che rendono quasi impossibile la decodifica di un testo o la ripetizione. Infatti questi soggetti hanno:
- confusione spazio-temporale(sinistra/destra, prima/dopo,sotto/sopra, etc;
- difficoltà nel copiare alla lavagna e prendere appunti;
- visione distorta o rotatoria della scrittura sul foglio che comporta vertigini, giramenti di testa, affaticamento degli occhi.
Da non trascurare inoltre il fatto che spesso il dislessico è anche disgrafico, disortografico e non comprende la propria scrittura.
Nel bambino che vive questa situazione si innescano dei meccanismi psicologici che possono portare a conseguenze gravi, talvolta irreversibili.
Non è difficile rendersi conto che questo tipo di soggetto, se non compreso, supportato ed incoraggiato, è destinato alla frustrazione e al fallimento.
Al di supportare gli allievi contali difficoltà, il legislatore si è finalmente pronunciato in modo dettagliato ed ha sensibilizzato tutte le scuole di ogni ordine e grado in materia di DSA, invitando i docenti alla formazione e all’applicazione di metodologie ben precise.
Ha previsto inoltre la figura del Referente di Istituto che coordini, coadiuvi e verifichi l’esatto svolgimento dei percorsi formativi.
Il nostro Istituto ha da anni attivato un progetto per l’individuazione della Dislessia, curato dalla prof.ssa Emanuela Candi
Tale progetto dura per tutto l’a.s.:partendo dai risultati della correzione dei test d’ingresso di Lettere e Matematica somministrati ai bambini della prima media. A differenza del progetto presentato per il precedente anno scolastico, si propone, per una migliore identificazione del problema, di aggiungere al test in ingresso di Italiano la prova di scrittura sotto dettatura. In seguito alla somministrazione dei test d’ingresso e dopo un ragionevole periodo di osservazione, i docenti interessati compileranno un’apposita griglia predisposta, evidenziando quali siano i segnali sospetti che indichino il sospetto di presenza di qualche disturbo, e lo consegneranno alla referente del progetto che fisserà il giorno opportuno per testare il ragazzo.
Metodologia: il progetto procederà per step preceduti da una circolare del Dirigente Scolastico per mezzo della quale si mettono le famiglie al corrente del progetto attivato dalla Scuola e del fatto che i ragazzi potrebbero essere sottoposti a test specifici.
I step: controllo dei test d’ingresso risultati insoddisfacenti;
II step: verifica della scheda in uscita dalla scuola primaria;
III step: somministrazione dei soggetti interessati alle varie batterie di test per la lettura, la scrittura ed il calcolo matematico. I bambini interessati verrebbero chiamati in separata sede insieme ad un paio di compagni di classe scelti a caso, specificando che si tratti di test a campione per non generare ansia.
IV step: qualora i test risultassero positivi, allertare la famiglia, spiegare il problema con diplomazia e consigliare di rivolgersi ai Centri di Diagnosi per la certificazione;
V step: preallertare gli insegnanti del bambino affinché utilizzino, in attesa della certificazione, strumenti che tutelino la serenità del bambino;
VI step: all’arrivo della certificazione, utilizzare per il percorso di studi del bambino tutti gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla legge;
VII step: fornire ai genitori indicazioni su come aiutare il bambino nello svolgimento dei compiti a casa.
VIII step: fornire alle famiglie tutte le indicazioni per entrare in contatto con l’AID al fine di conoscere tutte le opportunità offerte ai ragazzi dall’associazione ( sussidi INPS, fornitura di testi su dischetto in comodato d’uso).
VIII step: verificare, in qualità di referente del progetto ed in sinergia con gli Insegnanti di integrazione, che ai ragazzi certificati siano assicurate nello svolgimento dei programmi tutte le tutele previste dalla legge.
IX step: predisporre un giorno preciso di ricevimento in cui ricevere su appun-tamento i genitori dei ragazzi con DSA.
Classi coinvolte: tutte le prime dell’Istituto, ma, all’occorrenza, anche soggetti in difficoltà di seconde o terze classi segnalati dai docenti. Si prevede naturalmente di monitorare l’andamento didattico dei ragazzi già certificati richiedendo relazioni ai Coordinatori di classe.